Wednesday, July 31, 2013

Exhibition of Gigi Comolli at Castello Dal Pozzo

Oleggio Castello ha ricordato il pittore Comolli



Mostra nel Palazzo del Castello Dal Pozzo





Gigi Comolli: impressioni dalle nostre terre l'esposizione organizzata a Oleggio Castello nello scorso fine settimana, all'interno dello spazio congressi dell'Hotel Castello Dal Pozzo. Non solo una rievocazione di un personaggio che ha dato lustro ad Oleggio Castello, ma un momento per riflettere sulle nostre radici e sulla nostra identit , nella consapevolezza che conoscere il passato, anche attraverso l'arte, ci aiuta a




Gigi Comolli al Palazzo - Veduta sul Lago Maggiore



comprendere il presente e ad affrontare il futuro con maggiore coscienza , ha detto il sindaco Renzo Norbiato. in questo contesto che l'amministrazione vuole dare il suo contributo, promuovendo iniziative che favoriscano la conoscenza delle proprie radici, del proprio territorio, in questo caso attraverso la pittura e ci che essa rappresenta.



La cerimonia di inaugurazione, che ha visto tra gli altri la presenza del prefetto Giuseppe Amelio e del presidente della Provincia Diego Sozzani, stata introdotta da Grazia Francescato, grande amica di Comolli e oleggese di nascita, e dal curatore della mostra Giorgio Bacchetta, che hanno illustrato il percorso artistico e culturale del pittore.




Gigi Comolli - Brughiera



Al termine della presentazione i presenti sono stati accompagnati attraverso il percorso espositivo, ricco di oltre 60 opere che ripercorrono il ciclo pittorico di Gigi Comolli dal periodo di formazione fino agli anni '60.



Gigi Comolli, che era nato a Milano nel 1893 da una famiglia borghese, abbandon , dopo due anni, gli studi all'Accademia di Brera sostenendo che <<quando dipingo non sopporto altro tetto all'infuori del cielo>>. Egli fu pittore precoce: gi a diciannove anni, nel 1912, partecip a una mostra alla Permanente di Milano, ma inizi ufficialmente soltanto nel 1921 la sua carriera di artista, invitato alla Prima Biennale di Roma; subito dopo espose alla Quadriennale di Torino e alla Biennale di Brera, ottenendo notevole spazio sui quotidiani, in particolare sul "Corriere della Sera".




Gigi Comolli



Si trasfer fin da giovane sul Lago Maggiore, ad Arona, e nelle splendide brughiere che lo circondano, a Oleggio Castello. Partecip alla movimentata vita culturale del suo tempo; non manc di frequentare appuntamenti mondani e a esporre in collettive con amici colleghi, quali Arioli Fioravante, Carlo Fornara, Gianfilippo Usellini, Carlo Monti, Alessio Issupoff, Carlo Carr . Espose un po' ovunque riscuotendo plausi e consenso di pubblico e di critica, oltre che per la bellezza delle sue opere, per la ferma coerenza del suo lavoro. Mor a Milano nel 1976.




Gigi Comolli



La sua pittura di paesaggio, nei vari aspetti tonali e in tutte le stagioni, esalta i prodigi della natura, cogliendone l'anima nelle quotidiane variazioni, sia che raffiguri vedute di pianura, di lago o di montagna, sia che riprenda scorci di citt e paesi. Comolli ha cercato la pace interiore ai piedi delle cime innevate, ai bordi di una brughiera, attorniato da persone che non badavano agli sconvolgimenti epocali, felici di vivere la loro semplicit . Non disdegnava, comunque, di dipingere nudi femminili, ritratti e figure in genere, con eccellenti risultati: "Egli si accosta alla figura come dovesse dipingere una madonna, il volto aperto, innocente come nella pittura antica", scriveva Raffaella De Grada che poi annotava, a proposito del paesaggio di Comolli: " lo specchio del suo stato d'animo nell'equilibrio, dell'armonia del proprio mondo intimo nell'equilibrio dei rapporti tra un prato e gli alberi, tra un terreno fiorito e il cielo. La sua arte l'espressione del mondo ancora sano, che non sembra turbato dagli eventi della societ , delle guerre, dell'ingiustizia, un clima che proprio della piccola borghesia che cerca la pace dell'anima ai bordi di una brughiera, con una gran fiducia nel ripetersi della primavera e delle stagioni"




Comolli - Veduta della Torre del Castello Dal Pozzo 1960



Testo di Giuseppe Possa



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